LA FORMAZIONE ESPERIENZIALE
- Vittorio Mellini
- 4 dic 2022
- Tempo di lettura: 3 min

Probabilmente la prima cosa che vi viene alla mente pensando alla formazione esperienziale sono le attività formative all’aria aperta dove i partecipanti sono coinvolti in operazioni di vario genere capaci spesso di generare forti emozioni.
Se avete pensato a qualcosa del genere siete sulla strada giusta, ma solo all’inizio del vostro cammino.
Quando parliamo di attività formative centrate sul lavoro di gruppo all’aperto con coinvolgimento dei partecipanti sul piano fisico, cognitivo ed emozionale ci riferiamo più precisamente ad una specifica metodologia formativa: l’Outdoor Training. Di questa tipologia di attività e di molte delle sue varianti avrò modo di parlare nei prossimi post.
La formazione esperienziale è qualcosa di più, include al suo interno l’Outdoor Training ma il focus non è tanto sul fatto di essere “fuori aula” (le attività esperienziali possono essere avviate anche in aula, in azienda quindi anche in-door) quanto sul concetto di “esperienza”.
Michel Eyquem de Montaigne, filosofo francese del 1500 ha scritto:
“Non c’è desiderio più naturale del desiderio di conoscenza. Noi saggiamo tutte le strade che possono condurci ad essa. Quando la ragione ci fa difetto, ci serviamo dell’esperienza”.
Una prima cosa da chiarire è però il significato che si vuole dare al termine esperienza. In maniera sintetica possiamo dire che è duplice:
- Oggettivo, ambientale: per indicare il semplice avere esperienza di una certa cosa.
- Soggettivo e personale: quando si riferisce allo stato interiore della persona che esperisce (l’esperienza può infatti produrre sentimenti, impressioni, ecc.)
In questo articolo parlando di esperienza mi riferisco principalmente alla seconda dimensione quella cioè soggettiva e personale.
L’esperienza gioca un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento in quanto quest’ultimo si costruisce attraverso le esperienze con le quali ci confrontiamo e anche attraverso la scoperta.
Come suggerisce John Dewy, filosofo e pedagogista statunitense dei primi del ‘900, l’apprendimento è un processo dialettico che integra l’esperienza e la teoria, l’osservazione e l’azione. L’esperienza conferisce alla teoria il suo slancio vitale e la sua energia; la teoria offre una direzione all’esperienza.
C’è però un aspetto fondamentale a cui portare attenzione, raramente le persone imparano dall’esperienza senza valutarla. Valutare vuol dire assegnare all’esperienza che si sta vivendo diversi significati, significati che hanno ovviamente un’origine interna in quanto frutto di obiettivi, scopi, ambizioni e aspettative; tutti fattori, questi, di natura essenzialmente soggettiva.
Si può dunque dire che la conoscenza è legata all’esperienza ma soprattutto alla capacità del learner di trasformare quella stessa esperienza attraverso un atteggiamento allo stesso tempo attivo (coinvolgimento in ciò che si sta facendo) e riflessivo. Proprio quest’ultimo aspetto è determinante infatti si apprende dall’esperienza ogni volta che mentre facciamo qualcosa pensiamo a quello che stiamo “pensando”, i pensieri che accompagnano il nostro fare. Una sorta di meta riflessione che ci porta a “riflettere su cosa stiamo pensando”.
Occorre in sostanza dare significato a quanto accade.
Il formatore stimola la partecipazione e la riflessione e attraverso queste sollecitazioni la formazione si costruisce insieme e le domande (del formatore e del learner ) diventano il segno di una corresponsabilità nell’agire formativo in grado di mettere in discussione vecchie certezze e di affrontare nuove incertezze.
Se non c’è discussione, non c’è reale apprendimento dall’esperienza. È la discussione tra differenti punti di vista che approfondisce il pensare dell’esperienza.
Per queste e tante altre ragioni, nell’apprendimento esperienziale si può individuare un punto d’incontro tra sviluppo personale, lavoro ed educazione.
L’approccio esperienziale in formazione, soprattutto per attività di gruppo, è stato gradualmente applicato a diversi contenuti specialmente per lo sviluppo organizzativo, il marketing, le scienze dell’amministrazione, e ovviamente per tutto ciò che riguarda le competenze comunicative e relazionali.
V.M.
.png)




Commenti