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BLENDED LEARNING

  • Immagine del redattore: Vittorio Mellini
    Vittorio Mellini
  • 4 dic 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

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To blend in inglese significa mescolare, miscelare, combinare in modo armonico elementi diversi.

Il Blended Learning è un modo per combinare didattica mediata dal computer e didattica in presenza. Quando si pensa all’introduzione delle tecnologie computerizzate nei contesti formativi viene subito alla mente l’e-learning che viene identificato come il più recente sviluppo della formazione a distanza (FAD).

L’e-learning oltre all’impiego di internet nelle attività di formazione attraverso la creazione di ambienti di apprendimento in rete, vuole essere anche un modo di concepire la didattica basata sui media elettronici. Si offre quindi la possibilità di un corso on-line svolgendo attività formative nell’ambito di una piattaforma.


Molto spesso però l’utilizzo della tecnologia nella formazione ha come unici obiettivi quelli di sperimentare nuove soluzioni tecnologiche, raggiungere più utenti o semplicemente dare un’immagine più innovativa dell’ente formatore.

L’approccio blended è invece profondamente differente, uno dei principali obiettivi è quello di generare strategie per sostenere modelli pedagogici innovativi.

In molte sedi, anche nella formazione degli adulti, si pratica ancora un insegnamento di tipo trasmissivo, puntando soprattutto su abilità di memorizzazione di concetti, nonostante la consapevolezza da parte dei formatori di ottenere così un apprendimento piuttosto formale e spesso poco efficace.

E’ certo che in molti contesti c’è ancora poca chiarezza sulle modalità di realizzazione di modelli d’insegnamento/apprendimento innovativi.

Adottare un approccio blended significa capire prima chi sono gli utenti, quali sono le vere esigenze di formazione, quali le risorse disponibili, su quali tecnologie fare affidamento, come organizzare i tempi.

Un aspetto fondamentale è legato alla definizione degli obiettivi che si vogliono raggiungere e questo ha ancora più valore se si associa all’obiettivo la competenza che si vuole promuovere.

La competenza viene definita (nella prospettiva cognitivista) come un sistema integrato di conoscenze (sapere), abilità (saper fare) e atteggiamenti (saper essere) che un individuo è in grado di utilizzare in modo combinato per affrontare problemi.

A questa logica, in un’ottica di Blended, si può aggiungere un altro aspetto della competenza, quello di costruzione di conoscenza che deve prendere corpo da problemi spesso definiti dagli stessi partecipanti, quindi significativi a livello motivazionale, in quanto ancorati agli interessi di ciascuno.

In conclusione alcuni metodi d’insegnamento che possono essere armonicamente miscelati in un approccio formativo blended sono:

- La lezione frontale, all’interno della quale possono essere previste attività e dimostrazioni pratiche;

- Il learning by doing, ovvero "imparare facendo", in questo caso il "laboratorio" può divenire virtuale grazie al ricorso ad appositi software capaci di generare ambienti virtuali;

- Il problem solving, che prevede il susseguirsi di varie fasi che comprendono la rappresentazione del problema, la raccolta delle informazioni, la condivisione e la formulazione di ipotesi;

- L’apprendimento collaborativo, l’idea cioè che si possa imparare non solo da una fonte esperta ma anche dai propri pari; quello che ciascuno sa diventa una risorsa per gli altri. La dimensione discorsiva è da tempo riconosciuta come rilevante, il confronto e la discussione tra pari è uno dei motori più potenti per la costruzione della conoscenza.


Nuovi metodi d’insegnamento stanno prendendo forma, le nuove frontiere dell’apprendimento prevedono un ampio uso della tecnologia ma anche molta attenzione ai livelli di motivazione, partecipazione e condivisione.


V.M.

 
 
 

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